Il trattamento la lombalgia con un dispositivo tecar: cosa devo sapere?
Il trattamento della lombalgia con dispositivo tecar è un argomento di cui si parla da quando l’uomo ne ha memoria. Negli anni della scienza moderna si sono susseguiti innumerevoli studi riguardo alla sua prevalenza, all’epidemiologia, all’eziologia e alle possibili soluzioni.
Pur essendo un argomento molto studiato è difficile definire un protocollo di trattamento univoco di gestione di un episodio di lombalgia. Infatti, le pubblicazioni e i dati disponibili sono eterogenei e spesso arrivano a conclusioni in contraddizione tra loro.
Selezionando alcuni studi abbiamo identificato questi spunti di discussione:
- La percentuale tra il 59 e l’89% della popolazione, affronta almeno un episodio di mal di schiena nel corso della propria vita. La variazione oscilla in base allo studio che si prende in considerazione.
- Nonostante sia diffusa la convinzione che il mal di schiena si risolva spontaneamente nel giro di 6 settimane, in molti studi si riporta una ricorrenza dei casi di lombalgia a 3, 6 e 12 mesi che supera ampiamente il 70% della casistica.
- Nella gran parte dei casi (>70%) non esiste una causa specifica identificabile.
- I dati e gli studi a disposizione non permettono di identificare una terapia univoca ed elettiva.
- In più del 50% dei casi l’episodio di lombalgia ha causato una qualche forma di disabilità associata a dolore acuto¹.
In estrema sintesi, la lombalgia è una condizione molto diffusa e rappresenta uno dei punti di contatto più frequenti tra paziente e terapista. Che diventi un’opportunità per innescare una relazione positiva dipende da quanto il terapista sia in grado risolvere il problema velocemente e in modo duraturo.
Già dalla diagnosi, la lombalgia è un argomento complesso: non sembra esistere infatti un processo diagnostico che al contempo garantisca alta specificità e alta sensibilità. O meglio, sembra che buona parte della diagnostica a disposizione sia più orientata a identificare possibili “red flags” e quindi indichi cosa NON fare piuttosto che approfondire le concause non specifiche del mal di schiena.
Data l’eterogeneità di queste cause, anche in termini di trattamento, è impossibile identificare un golden standard.
Le guidelines internazionali sulla gestione della lombalgia si limitano spesso a dare indicazioni sulle informazioni da fornire al paziente, a raccomandare di gestire i sintomi nel perdurare della condizione clinica e a sottolineare l’importanza dell’esercizio fisico controllato. Sconsigliano allenamenti prolungati o programmi di trattamento basati esclusivamente su singole terapie passive.
Il risultato di questo contesto generale è:
- una grande porzione di popolazione continua ad avere bisogno di soluzioni veloci e durature
- risulta molto difficile trovare una risposta in un protocollo standard.
- sembra che ogni paziente abbia bisogno di un’analisi specifica ed un trattamento personalizzato.
Consapevoli di questo, molti terapisti che impiegano le nostre tecnologie ci pongono spesso domande riguardo a come impiegare un dispositivo tecar in episodi di lombalgia.
Le riportiamo in questo articolo e proviamo a dare alcune risposte. Nel leggerle suggeriamo di tenere in considerazione che sono state redatte in base alle caratteristiche specifiche dello strumento T-Plus. E’ quindi possibile, se non probabile che alcune considerazioni non valgano per altri strumenti di tipo tecar.
Qui qualche domanda possibile del fisioterapista nel trattamento della lombalgia con tecar.
La tecarterapia è indicata in caso di lombalgia?
Il termine tecarterpia identifica una terapia svolta attraverso uno strumento tecar, ma a volte questo termine può essere fuorviante. Un dispositivo tecar ben progettato dà la possibilità di generare in modo selettivo diverse reazioni all’interno del corpo e ciascuna di queste potrebbe essere indicata o controindicata per la specifica condizione clinica in trattamento. Il punto non è se la tecarterapia sia o no indicata per la lombalgia, ma capire quali reazioni è utile stimolare a seconda della condizione clinica del tessuto che si sta trattando. In caso di una lombalgia non specifica dove il cluster di test diagnostici ha identificato, ad esempio, che il dolore proviene da un trigger point localizzato lungo il quadrato dei lombi, quali potrebbero essere le reazioni utili? Sicuramente l’incremento della temperatura a livello profondo e l’incremento della perfusione sanguigna attraverso un elettrodo resistivo di grandi dimensioni e una quantità di energia sufficiente ad innescarle.
Di contro, se il problema fosse ad esempio legato ad un’infiammazione localizzata a livello delle faccette articolari, l’incremento di temperatura sarebbe controindicato. Diventerebbe molto più utile concentrarsi sul drenaggio e sul processo riparativo del tessuto con degli elettrodi più specifici per questo tipo di applicazione.
Come posso trattare il mal di schiena con il supporto di un dispositivo tecar?
Definire a priori un trattamento senza conoscere la condizione clinica del paziente è impossibile. Possiamo al limite identificare delle linee guida di buona prassi che possono tornare utili in molti casi. Il presupposto è avere a disposizione uno strumento che permetta di misurare l’energia trasferita e la corrente generata e che permetta di trasferire buone quantità di energia in modo continuo (non pulsato) anche senza incrementare la temperatura del tessuto.
In base alla pratica clinica dei centri del nostro network e confortati dalla letteratura possiamo sostenere che strutture spesso coinvolte nei casi di lombalgia aspecifica sono il quadrato dei lombi, l’articolazione sacro-iliaca, l’ileo-psoas, il diaframma, i glutei e il piriforme. In un singolo trattamento è possibile focalizzare abbastanza energia su ciascuno di queste strutture da innescare un innalzamento della temperatura sufficiente. Questo serve a modificarne la viscoelasticità, ridurne la stiffness e facilitare la circolazione periferica. Allo stesso tempo il trasferimento di energia permette di incrementare perfusione sanguigna ricca di ossigeno intorno alle strutture interessate dal trattamento.
Per approfondire il razionale alla base del trattamento invitiamo a contattarci direttamente o a partecipare ad uno dei nostri prossimi webinar incentrati sull’argomento.
E’ meglio usare la modalità capacitiva o la modalità resistiva in caso di lombalgia?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda. Al limite possiamo rispondere in modo preciso a cosa conviene usare per stimolare una certa reazione. L’assessment clinico o la diagnosi differenziale ci indicano che il tessuto ha bisogno di un incremento della perfusione sanguigna? In tal caso meglio usare un resistivo di grandi dimensioni. Al contrario, è utile concentrare un incremento termico focalizzato su una porzione di tessuto molle per facilitare la manipolazione della fascia muscolare? In questo caso servirà un capacitivo ipertermico che non necessita l’impiego di crema conduttiva. Questi sono solo esempi, ma il punto fermo è che la risposta è legata al tipo di tessuto e al tipo di reazioni che stiamo cercando di stimolare.
Quanti trattamenti servono per ottenere dei risultati evidenti ?
In base alla pratica clinica dei centri che fanno parte del nostro network il quadro clinico di una lombalgia aspecifica deve migliorare a partire dal primo trattamento. Mediamente in 3 trattamenti i sintomi dovrebbero essere praticamente scomparsi. Se dopo il terzo trattamento non ci sono miglioramenti significativi, proseguire con la medesima strategia di trattamento non migliorerà la situazione. Sarà necessario tornare sulla diagnosi per capire cosa manca per completare il quadro clinico.
DISCLAIMER
Le nostre sezioni dedicate alla riabilitazione di stati patologici hanno l’obiettivo di condividere con medici, fisioterapisti e operatori sanitari, a scopo divulgativo, il razionale scientifico dei trattamenti che si possono implementare attraverso le tecnologie medicali che sviluppiamo, dando spunti di riflessione utili a comprendere la relazione causa/effetto dei nostri strumenti.
I contenuti di questi articoli sono frutto della ricerca scientifica che promuoviamo direttamente, dell’analisi della bibliografia disponibile e della sintesi dei dati clinici che ci forniscono gli specialisti facenti parte del nostro network.
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¹Epidemiology of Low Back Pain; Topical Review; Laxmaiah Manchikanti, MD; Pain Physician, Volume 3; 2000
²European guidelines for the management of acute nonspecific low back pain in primary care; Eur Spine J; 2006; Van Tulder et al.
³Does the Application of Tecar Therapy Affect Temperature and Perfusion of Skin and Muscle Microcirculation? A pilot Feasibility Study on Healthy Subject; Clijsen et al; 2019; The Journal Of Alternative and Complementary Medicine